Paolo
Buffa
M
14/11/1913, Milano (MI), Italia
07/02/2000, Modena (MO), Italia
Coniugato
Di famiglia valdese antifascista, già durante il Liceo prese a frequentare ambienti comunisti della Capitale, pur senza impegnarsi direttamente nell'attività politica clandestina. Iscritto alla facoltà di Medicina, entrò in clandestinità quando i tedeschi ebbero occupata Roma. Il 10 settembre 1943 lo studente, con due amici, prende la strada del Sud, con lo scopo di partecipare alla formazione di un corpo di volontari antifascisti. Il progetto fallisce e Buffa, con Paolo Petrucci e Giaime Pintor, riprende la strada di Roma, per organizzare nel Lazio gruppi di resistenza partigiana. Il gruppetto finisce su un campo minato e Pintor muore. Così Buffa a Petrucci tornano indietro e si uniscono agli Alleati.
Due settimane di addestramento a Monopoli e ad Ischia, poi i due amici sono paracadutati su Monte Rotondo. Di qui raggiungono Roma, dove Buffa ha la fidanzata (Enrica Filippini-Lera, impegnata, con i comunisti della Capitale, nell'attività contro i nazifascisti), che li accoglie nella sua casa. Un mese d'intensa azione antifascista, soprattutto tra gli studenti, poi il 14 febbraio le SS irrompono nell'abitazione della Filippini e arrestano la padrona di casa, il suo fidanzato, Paolo Petrucci, Vera Michelin-Salomon e suo fratello Cornelio. Buffa è condotto prima in via Tasso e poi è trasferito nel terzo braccio di Regina Coeli.
Processato il 23 marzo 1944 da un Tribunale militare tedesco, il giovane è assolto dalle accuse, ma è trattenuto in carcere sino al 4 giugno, quando gli angloamericani arrivano a Roma. Buffa (il suo amico Petrucci era stato intanto trucidato alle Ardeatine), prende subito contatto con gli inglesi che lo paracadutano nel Cuneese. Col nome di battaglia di "Barton" e il grado di tenente della "Special Force", Buffa diventa istruttore e ufficiale di collegamento delle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà e partecipa, in questo ruolo, alle fasi finali della guerra di Liberazione.
Finito il conflitto il giovane sposa Enrica, si laurea, entra nell'Istituto di Patologia generale, insegna all'Università di Roma e, dopo un periodo in Inghilterra, passa nel 1956 all'Ateneo di Modena, dove ha vissuto, professore emerito, sino alla morte. Nel 2004, l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ha intitolato al professore Paolo Buffa il "Cell-Lab", un attrezzato laboratorio di colture cellulari per la ricerca sulle staminali.