Giovanni
Roveda
M
04/06/1894, Mortara (PV), Italia
18/11/1962, Torino (TO), Italia
Giovanni Roveda, nato a Mortara nel 1894, operaio litografo sin dall'età di 13 anni, nel 1909 entra a far parte a Torino della Federazione giovanile socialista. Durante la prima guerra mondiale è chiamato alle armi, ma per le sue convinzioni politiche non è inviato in zona di guerra. Dopo il conflitto lavora come organizzatore sindacale, diventando nel 1919 segretario nazionale della Federazione dei lavoratori del legno. Vicino all'"Ordine nuovo" di Antonio Gramsci, è tra gli organizzatori dell'occupazione delle fabbriche del settembre 1920 e in ottobre diviene segretario della sezione torinese del Psi. Dopo il Congresso di Livorno del gennaio 1921, aderisce al Partito comunista, ricoprendo la carica di segretario della sezione di Torino, e in aprile è eletto alla guida della Camera del lavoro cittadina. Legato ad Angelo Tasca, Roveda nell'agosto del 1924 è cooptato nel Comitato centrale del Pcdi in rappresentanza della corrente di destra, mentre a seguito del Congresso di Lione del 1926 è membro candidato del Cc. Arrestato nel novembre dello stesso 1926, è tra gli imputati del cosiddetto "processone" (28 maggio-4 giugno 1928), con Gramsci, Mauro Scoccimarro, Umberto Terracini. Roveda è condannato dal Tribunale speciale a 20 anni di detenzione, che sconta a Portolongone e a Castelfranco Emilia. Scarcerato il 1° marzo 1937 in seguito a un provvedimento di indulto, è inviato al confino a Ponza e poi a Ventotene. Qui rimane sino al marzo 1943, quando, raggiunta Torino con una licenza, si dà alla fuga, portandosi prima a Biella e poi a Milano.
Da subito attivo nella direzione del partito a fianco di Umberto Massola, Antonio Roasio, Agostino Novella, Celeste Negarville e Giorgio Amendola, la mattina del 26 luglio 1943 parla a nome del partito ai milanesi radunati in piazza del Duomo dopo la caduta del fascismo. L'8 agosto, Roveda è nominato vicecommissario dei lavoratori dell'industria (come il democristiano Gioacchino Quarello, al fianco del socialista Bruno Buozzi in qualità di commissario) per iniziativa di Leopoldo Piccardi, ministro del Commercio, dell'Industria e del Lavoro. L'accettazione della carica, che implica la gestione e la trasformazione in senso democratico delle organizzazioni sindacali fasciste e che suscita discussioni tra i compagni a causa della condotta reazionaria del governo Badoglio, avviene con il consenso della direzione del partito alcuni giorni dopo. Una dichiarazione sottoscritta da tutti i commissari specifica che la collaborazione attiene esclusivamente al piano sindacale senza comportare corresponsabilità politiche. Alla dichiarazione si aggiunge la richiesta di immediata liberazione per gli antifascisti ancora detenuti e proprio Roveda, con Buozzi e Achille Grandi, il 17 agosto fa pressione su Badoglio in questo senso minacciando uno sciopero di protesta.
Roveda, stabilitosi a Roma (dove fa parte del gruppo della direzione del Pci rimasto nella capitale), trova rifugio presso il Seminario Lombardo, ma qui viene arrestato il 21 dicembre 1943 dalla banda Koch e imprigionato a Regina Coeli. Trasferito poco dopo nel carcere degli Scalzi di Verona - dove sono detenuti i gerarchi del Gran consiglio del fascismo processati dalla Rsi - il 17 luglio 1944 Roveda, con il decisivo aiuto della moglie Caterina, viene liberato da un gruppo di gappisti, comandato da Aldo Petacchi: nel corso dell'azione, però, i sei componenti della squadra e lo stesso Roveda restano feriti, due, Danilo Pretto e Lorenzo Fava, mortalmente.
Dopo un periodo trascorso a Milano, Roveda rientra a Torino il 9 settembre 1944. Su designazione del Comitato di liberazione nazionale regionale piemontese, alla liberazione della città, il 28 aprile 1945, assume la carica di sindaco che mantiene sino alle elezioni amministrative del novembre 1946. Nello stesso anno, dopo essere stato membro della Consulta nazionale, a seguito delle elezioni del 2 giugno entra a far parte dell'Assemblea costituente. Rappresenta poi il Pci in Senato dal 1948 al 1958, nella prima e nella seconda legislatura.
Nel dopoguerra riprende, inoltre, l'attività sindacale: eletto segretario della Fiom nel dicembre 1946, resta in carica fino al 1955. Dal 1956 lavora nella direzione del Segretariato internazionale degli operai metallurgici della Federazione sindacale mondiale. Muore a Torino nel 1962.
Citazioni di o su Giovanni Roveda in Monografia
• Paolo Spriano, Storia del Partito comunista italiano. Da Bordiga a Gramsci, Torino, Einaudi, 1967, vol.I, pp.XII-525 • Paolo Spriano, Storia del Partito comunista italiano. Gli anni della clandestinità, Torino, Einaudi , 1969, vol.II, pp.150-159 • Paolo Spriano, Storia del Partito comunista italiano. La fine del fascismo. Dalla riscossa operaia alla lotta armata, Torino, Einaudi, 1973, vol.IV, pp.XVIII-373 • Paolo Spriano, Storia del Partito comunista italiano. La Resistenza, Togliatti e il partito nuovo, Torino, Einaudi, 1975, vol.V, pp.XVI-563 • Tommaso Detti, Serrati e la formazione del partito comunista italiano. Storia della frazione terzinternazionalista 1921-1924, Roma , Editori Riuniti, 1972, pp.XL-547 • Pietro Secchia, Il Partito comunista italiano e la guerra di Liberazione 1943-1945. Ricordi, documenti inediti e testimonianze, Milano, Feltrinelli, 1973, pp.XLVI-1142 • Berto Perotti, Attilio Daini, Assalto al carcere. La storia e il racconto della liberazione di Giovanni Roveda dal carcere veronese "degli Scalzi", Maurizio Zangarini (cur.), Verona, Cierre, 1995, pp.96, [Istituto veronese per la storia della Resistenza, Quaderno 3] • Giorgio Vaccarino, Carla Gobetti, Romolo Gobbi, L'insurrezione a Torino. Saggio introduttivo, testimonianze, documenti, Parma, Guanda, 1968, pp.46-47, [prefazione di Franco Antonicelli] • 1945-1946. La Giunta popolare. Il governo del Comune di Torino dalla Liberazione alle prime elezioni amministrative del dopoguerra, Torino, Archivio storico della città di Torino, 1995, pp.207, [con i contributi di Giorgio Vaccarino, Franco Pizzetti, Carla Brogliatti, Riccardo Marchis] • Sergio Turone, Storia del sindacato in Italia 1943-1980 , Roma-Bari, Laterza, 1981, pp.20-39 • Myriam Bergamaschi, I sindacati della CGIL 1944-1968. Un dizionario, Milano, Isec-Guerini e Associati, 2007, pp.61-63, [introduzione di Stefano Musso]
Citazioni di o su Giovanni Roveda in Articolo di monografia
• Carlo Boccuzzi Varotto, Giovanni Roveda in I deputati piemontesi all'assemblea costituente, Caterina Simiand (cur.), Milano, FrancoAngeli, 1999, pp. 475-480, [prefazione di Oscar Luigi Scalfaro; presentazione di Sergio Deorsola] • Riccardo Marchis, Roveda Giovanni in 1945-1946. La Giunta popolare. Il governo del Comune di Torino dalla Liberazione alla prime elezioni amministrative del dopoguerra, Torino, Archivio storico della città di Torino, 1995, pp. 76-77 • Roveda, Giovanni in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, Milano, La Pietra, 1987, vol. V, pp. 278-279, [ ] • Alessandro Galante Garrone, Giovanni Roveda, Ferruccio Borio in I sindaci della libertà. Torino dal 1945 ad oggi, Torino, EDA, 1980, pp. 129-138 • Giulio Sapelli, Roveda Giovanni in Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, Franco Andreucci e Tommaso Detti (cur.), Roma, Editori Riuniti, 1978, vol. IV, pp. 419-421, [ ] • Adriana Castagnoli, Le istituzioni locali e le classi dirigenti dal dopoguerra alla metà degli anni Ottanta in Storia di Torino. Gli anni della Repubblica, Nicola Tranfaglia (cur.), Torino, Einaudi, 1999, vol. 9, pp. 103-155, [ ] • Alessandro De Magistris, L'urbanistica della grande trasformazione (1945-1980) in Storia di Torino. Gli anni della Repubblica, Nicola Tranfaglia (cur.), Torino, Einaudi, 1999, vol. 9, pp. 189-238 • Ernesto Ragionieri, Il Partito comunista, Leo Valiani Gianfranco Bianchi Ernesto Ragionieri in Azionisti, cattolici e comunisti nella Resistenza, Milano, Franco Angeli, 1971, pp. 303-431, [ ] • Giovanni Roveda, Una licenza fruttuosa, Celso Ghini, Adriano Dal Pont in Gli antifascisti al confino, Roma, Editori Riuniti, 1971, pp. 341-343, [ ] • Mario Grandinetti, Dalle origini al fascismo, A. Ballone, C. Dellavalle, M. Grandinetti in Il tempo della lotta e dell'organizzazione. Linee di storia della Camera del Lavoro di Torino, Milano, Feltrinelli, 1992, pp. 67-87