Clementina
Perone
F
09/07/1894, Torino (TO), Italia
26/01/1965, Torino (TO), Italia
Clementina Perone nasce a Torino il 9 luglio 1894 da Guglielmo Perone e Paolina Salza. Nel 1915 si iscrive alla Gioventù socialista e sposa Angelo Benna, conosciuto nella sala danze della Camera del Lavoro di Torino. Durante la rivolta del pane (agosto 1917) dà alla luce Aurora, la sua primogenita; in seguito s'impiega presso l'Arsenale, dove viene arrestata per partecipazione a una manifestazione con scontri. Nel 1919 si separa dal marito Angelo e inizia la convivenza con Giovanni Parodi da cui avrà il secondo figlio, Bruno, riconosciuto dall'ex marito Angelo Benna, che gli dà il nome. Nel 1921 si iscrive al Pcd'I e svolge attività sindacale nell'area di Torino e nel Canavese. Due anni dopo, inquisita dal regime fascista per detenzione di armi, Clementina si rifugia prima a Berlino, poi raggiunge Parodi a Mosca dove lavorerà inizialmente per il Kim (Gioventù comunista internazionale), poi presso il Mezrabpom (studi cinematografici moscoviti), successivamente per le Edizioni dei lavoratori stranieri e infine al Kunmz (Università comunista delle minoranze nazionali dell'Occidente). Dal 1926 si occupa del Club degli emigrati politici ma nel 1937 i compagni della comunità degli emigrati in Urss iniziano ad avere dei sospetti sul suo conto. Nel febbraio del 1938 viene arrestata, torturata e detenuta alla Butyrka fino a maggio con l'accusa di aver aiutato compagni italiani già oggetto delle purghe staliniane. Nell'agosto del 1940 viene arrestata nuovamente per reati controrivoluzionari, incarcerata nuovamente alla Butyrka e deportata a Karaganda, dove sconterà la pena di 7 anni lavorando alla ripartizione delle carte dei prodotti e delle mercerie. Scontata la pena è costretta a soggiornare ad Aleksandrov dove, nel dicembre 1948, viene arrestata per propaganda antisovietica e sospetto spionaggio, incarcerata alla Lubjanka e condannata alla deportazione a vita a Igarka nella Siberia Nord-occidentale. Dopo cinque anni di lavoro come cassiera al bagno pubblico, nel luglio 1954 viene scarcerata dal Gulag e sopravvive grazie al sostegno degli amici finché non ottiene la riabilitazione del partito. Riprende a lavorare per le Edizioni e le viene erogata una pensione di 800 rubli dal Ministero delle assicurazioni sociali. Dopo anni di attese nel 1957 ottiene il passaporto e il 7 gennaio 1958 rientra in Italia. Collabora con l'Associazione Italia-Urss di Torino. Il 26 gennaio 1965 muore a causa di un tumore.
Citazioni di o su Clementina Perone in Monografia
• Adriano Boano, Paola Tarino, Visto per censura. Clementina Perone e Aurora Benna. Il Novecento nella storia di due donne, Torino, Seb27, Laissez-passer, 2004