Libero Remo
Briganti
M
02/12/1914, Savona (SV), Italia
18/10/1944, Upega - Briga Marittima (CN), Italia
Di mestiere faceva l'operaio meccanico. Conosciuto con il nome di battaglia "Giulio", fu un partigiano combattente attivo dal 1-10-1943 presso il Comando della II Divisione Garibaldi "Cascione", all'interno della quale ha ricoperto il ruolo di commissario.
Comunista vigilato dal 1931, schedato dal 1934, venne arrestato nell'aprile del 1934 per partecipazione ad organizzazione comunista, nuovamente arrestato l'11-5-1934 e poi rilasciato dal penitenziario di Finalborgo, presso Finale Ligure (SV) nel luglio dello stesso anno.
Nel 1934 fu operaio allo stabilimento "Scarpa & Magnano", dove era responsabile della cellula comunista per incarico del PCI clandestino (al fine di infiltrarsi nelle organizzazioni sindacali fasciste). Lavorò in diversi stabilimenti savonesi, dove, tra gli operai, cercava terreno fertile per fomentare l'associazione comunista, l'organizzazione antifascista e la propaganda sovversiva. Proprio per questo venne arrestato il 20-4-1938 e condannato dal Tribunale Speciale ad una pena detentiva di 5 anni (2 condonati), presso il carcere di Castelfranco Emilia (MO); venne rilasciato il 20-4-1940 e, a partire dal 6-5-1941, gli venne revocata la libertà vigilata. Fu segretario della Federazione savonese del PCI dal maggio del 1940 all'ottobre del 1943. Il 26 luglio 1943 guidò la popolazione savonese all'assalto del carcere di Savona, penetrando nel cortile ed ottenendo dal direttore l'impegno, in parte poi mantenuto, di liberare i detenuti politici.
Dopo l'8 settembre del 1943 iniziò ad organizzare i primi nuclei e gruppi partigiani e a condurre le prime azioni armate contro i nazifascisti occupanti; nell'ottobre del 1943, ormai braccato dalla polizia per la sua politica sovversiva durante i "quarantacinque" giorni di regime badogliano, dovette lasciare la città alla volta dell'imperiese, dove curerà l'organizzazione e la formazione politica di gruppi partigiani che là stavano nascendo, rivestendo importanti incarichi di coordinamento della Resistenza in questi luoghi. In particolare si distinse per il coraggio e per le capacità di organizzare strategicamente la lotta armata contro il nemico nel luglio del 1944, presso Rocca Nervina (IM), dove tenne in scacco per tre lunghi giorni le forze tedesche, dotate di artiglieria, che occupavano il paese. Cadde eroicamente il 17-10-1944, a Upega, presso Briga Marittima (CN), colpito a morte da una raffica di mitraglia mentre, insieme a Nino Siccardi (detto Curto, comandante della Divisione Cascione), tratteneva e fiaccava il nemico a colpi di artiglieria nel tentativo di dare il tempo alle proprie formazioni di evacuare la zona e di salvare alcuni compagni feriti. Dice di lui Carlo Farini "...vecchio e bravo compagno, la sua qualità maggiore che tanti non conoscevano, dato il suo carattere chiuso e l'incapacità di esteriorizzare le sue conoscenze e il suo parere, era l'indubbia cultura politica, l'orientamento giusto, l'attaccamento e la fedeltà al Partito. Egli era certamente il compagno più preparato, ideologicamente, di tutta la Divisione, e pur tanto così semplice e modesto. [...] Giulio era certo uno dei migliori nostri e la sua perdita è perdita incalcolabile..." (lettera di Carlo Farini, "Simon", del 19-11-1944 a Nino Siccardi, "Curto", comandante della Divisione Cascione).
Tra le sue memorie, molto popolare una sua riflessione dell'agosto del 1944, diffusa anche alle formazioni partigiane del savonese, in cui esorta i garibaldini quali soldati del nuovo esercito nazionale d'Italia ad un necessario spirito di disciplina partecipativa (Libero Briganti, "Giulio, riflessione del 19-8-1944, "Il commissario divisionale - La disciplina che vuole il soldato del popolo", fotocopia in "Memorie partigiane). Fu decorato alla memoria con medaglia d'argento al valor militare.
Materiali aggregati, Casellari politici di antifascisti. Fascicoli 8 "Antifascisti II".
Citazioni di o su Libero Remo Briganti in Monografia
• Guido Malandra, "I caduti savonesi per la lotta di liberazione", Savona, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, 2004, pp.17, 229