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Fondo: Bandiere dei lavoratori [ D BL ]

C00/00286 D BL
Bandiere dei lavoratori
Istituto storico della Resistenza in Piemonte
Il fondo è costituito da tre album con copertina granata che raccolgono fotografie delle bandiere che appartennero a organizzazioni politiche e sindacali, esposte nella mostra "Un'altra Italia nelle bandiere dei lavoratori", realizzata dal Centro Studi Gobetti e dall'Istituto storico della resistenza in Piemonte, inaugurata il 14 marzo 1981 a Torino presso il Museo Nazionale del Risorgimento. Le bandiere italiane erano già state esposte a Roma come trofeo nella Mostra della Rivoluzione Fascista (Mrf) nel 1932, in occasione del decimo anniversario della marcia su Roma. La Mrf accresciuta negli anni seguenti e divenuta nel 1938 Mostra permanente del fascismo, accolse nel 1939 anche bandiere e cimeli della guerra civile spagnola. Dopo il 25 luglio 1943 i materiali della Mrf furono soggetti a dispersione. Parzialmente ricomposti nel dopoguerra sono depositati a Roma, presso l'Archivio Centrale dello Stato.
Ad ogni documento fotografico è allegata una scheda con copia in miniatura in bianco e nero della foto e alcune informazioni dattiloscritte e manoscritte.

Nota storica di Ersilia Alessandrone Perona.
Tra la metà del XIX secolo e l'inizio del XX si radicarono e si diffusero in Europa le organizzazioni dei lavoratori. Sorte come organismi di tutela degli interessi economici di braccianti, contadini, operai, artigiani, esse acquistarono un valore politico in concomitanza con il diffondersi delle ideologie repubblicane, anarchiche, internazionaliste e marxiste.
La bandiera fu il segno distintivo di ogni raggruppamento, che esprimeva la propria identità sociale e politica nella libera scelta dei colori, dei simboli, dei motti. I militanti attingevano al grande repertorio di insegnamenti, messaggi, slogans diffusi oralmente, tramite i comizi, gli inni, le canzoni o attraverso la stampa politica. Una grande tradizione di simboli e parole d'ordine accomunava i movimenti europei: essa risaliva alla rivoluzione francese, al razionalismo illuminista e massonico e accoglieva via via le i motti dei canuts di Lyon e della Comune di Parigi. Per un movimento formato in gran parte da masse analfabete o poco alfabetizzate, le bandiere costituivano un repertorio di conoscenze, una specie di catechismo dei lavoratori.
Per la produzione della bandiera gli aderenti versavano una quota per acquistare il tessuto, per lo più pregiato che veniva quasi sempre impreziosito da ricami o dipinti, come un drappo di chiesa: la religione laica che si voleva affermare richiedeva infatti a sua volta solennità e rispetto. Ma molto spesso erano le stesse donne che facevano parte dell'associazione a cucire e ricamare la bandiera che rappresentava le aspirazioni della loro categoria. Qualche volta, si trattava di bandiere di movimenti femminili che reclamavano la liberazione dalla "doppia schiavitù" del lavoro e del sesso.
Gli esempi qui presentati illustrano bandiere di organizzazioni economiche e politiche italiane attive tra la fine dell'Ottocento e il 1922. A quella data, esse cessarono di esistere con l'avvento del fascismo. Gli squadristi distrussero le Camere del lavoro e le sedi dei partiti, compreso quello cattolico, portando via le bandiere come bottino di guerra. Sopravvissero quelle che furono nascoste dai militanti, ma anche quelle prese dai fascisti: per una specie di "ironia della storia" si trovano oggi depositate, come prezioso documento storico, presso l'Archivio Centrale dello Stato di Roma.
carte senza data [-1980]
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Versamenti
2007 Accessibile
Riproduzione in digitale effettuata con uno scanner Epson Perfection 1660 Photo, risoluzione 300dpi, 24 bit colore, formato tiff. Le scansioni sono state eseguite da Anteo Imperato.

Un'altra Italia nelle bandiere dei lavoratori. Simboli e cultura dall'Unità d'Italia all'avvento del fascismo, Torino, Centro Studi Piero Gobetti - Istituto storico della Resistenza in Piemonte, 1980
Partito Nazionale Fascista, Mostra della Rivoluzione Fascista, Gigliola Fioravanti (cur.), Roma, Archivio Centrale dello Stato, 1990

Relazioni con altri documenti e biografie


Pischedda Carlo 19/04/2007
Alessandrone Ersilia 15/06/2011
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Come citare questa fonte. Bandiere dei lavoratori  in Archivio Istoreto, fondo Bandiere dei lavoratori [IT-C00-FO287]
Ultimo aggiornamento: sabato 26/12/2020