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Comando unico militare Emilia-Romagna
Comando unico militare Emilia-Romagna
Il Comando unico militare Emilia-Romagna (Cumer) fu costituito a Bologna probabilmente tra la fine di giugno e l'inizio di luglio 1944 per impulso del Cln regionale Emilia-Romagna, con compiti di indirizzo e di coordinamento militare delle formazioni partigiane operanti in regione durante la guerra di liberazione. Di fatto, l'esistenza di contrasti all'interno dei comitati di liberazione nazionale emiliano-romagnoli e dei partiti della coalizione antifascista, oltre che la contemporanea presenza di un Comando Nord Emilia per le province occidentali della regione, limitarono l'azione del Cumer ai soli territori di Bologna, Ferrara e Ravenna, quest'ultima per la parte non ancora liberata. Dipendeva dal Comando generale del Corpo volontari della libertà, che operava a Milano, e ne fecero parte sia ufficiali provenienti dalle Forze armate, sia rappresentanti dei partiti politici dello schieramento antifascista. Comandato da Ilio Barontini (nome di battaglia Dario), il Cumer stampava un bollettino mensile delle azioni compiute dai diversi gruppi partigiani in territorio regionale, con lo scopo di tenere informata la rete dell'organizzazione e probabilmente anche i comandi alleati. Con proclama del 15 giugno 1945 il Comando generale del Cvl annunciò lo scioglimento proprio e delle organizzazioni ad esso collegate (comandi regionali, di zona, di formazione). Furono istituiti altrettanti Uffici stralcio, che provvidero alla smobilitazione definitiva delle organizzazioni militari partigiane, alla raccolta del materiale storico-documentario, al riconoscimento dell'attività partigiana e all'assistenza degli ex partigiani. Il fondo è costituito da: bollettini, in più copie, delle azioni militari compiute dalle formazioni partigiane in regione; carteggio, comprendente ordini del giorno, circolari, relazioni operative ed amministrative, attestati e dichiarazioni, relazioni di attività svolte. Vi si trovano anche, in copia fotostatica, note e relazioni storiche di formazioni partigiane, rapporti dell'ufficiale di collegamento e un prospetto di effettivi partigiani. Il fondo proviene in parte dall'Anpi di Bologna (1979) e in parte da Luciano Casali (1989), che lo ha ricevuto da Luciano Bergonzini.
1943-1946
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