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CARTACEO: "Saranno abbattute le Casermette", «Gazzetta del Popolo», 20 gennaio 1966

Posizione nella struttura d'archivio

C00/00352/03/00/00005/000/0004
"Saranno abbattute le Casermette", «Gazzetta del Popolo», 20 gennaio 1966
Riproduzione dattiloscritta dell'articolo "Saranno abbattute le Casermette" pubblicato in «Gazzetta del Popolo» il 20 gennaio 1966.
In Consiglio comunale è proseguita ieri sera la discussione sul piano di riordino dell'Azienda Tranvie Municipali. In precedenza però, sia pure brevemente ed in sede di interrogazione, è stato affrontato uno dei più gravi problemi sociali che ancora dopo decenni interessano la vita di Torino: i baraccamenti delle Casermette, dove in modo indecoroso, come ha rilevato il consigliere Garrone, vivono quasi tremila persone, in gran parte immigrati, con un'alta percentuale di bambini.
Sull'argomento il sindaco professor Grosso, è stato chiaro. "Il problema è oggetto di studio", ha detto. E non tanto in termini di indagine sociologica. "Con l'assessore Geuna stiamo preparando un programma per risolvere definitivamente il problema delle Casermette di borgo San Paolo". L'interessamento dell'on. Geuma, che è assessore al Patrimonio e quindi alle case economiche e popolari del Comune, indica già la dirzione che il sindaco intende prendere. "Ed il modo migliore per risolvere il problema - ha soggiunto il professor Grosso - è quello di svuotare i vecchi capannoni degli abitanti ed abbatterli". Progressivamente le famiglie - certo con il concorso dell'Istituto Autonomo per le Case Popolarie della Gescal - saranno sistemate nelle case economiche e popolari ed il dramma finirà. "Abbiamo dimostrato le volontà delle civica amministrazione quando abbiamo abbattuto i vecchi baraccamenti di corso Regio Parco, di via della Brocca e delle Case Basse", ha concluso il sindaco.
La discussione sul piano di riordino è stata aperta dal consigliere Fantino (dc) che ha parlato a nome della CISL di cui è uno dei segretari provinciali. La prima parte del suo discorso è stata di carattere generale: per risolvere la crisi dei trasporti pubblici - ha detto - è necessario un intervento organico e totale da parte delle autorità centrali poiché non viè altra strada per far fronte alla crisi e ai sempre più crescenti deficit delle aziende tranviarie. Per quanto riguarda il piano di riordino "esso ha certamente dei pregi, ma ha pure il grosso limite di riferisri al solo ambito cittadino"; non può essere scisso, ad esempio, da un piano per la viabilità ed "in questo campo è necessaria una politica unitaria, possibile con l'affidamento del settore dei trasporti e delle viabilità ad un unico assessorato".
Un altro sindacalista, il consigliere Raffo, segretario della UIL, si è detto "favorevole a tutte le trasformazioni di ordine tecnico. Tuttavia esse devono tener conto delle reali possibilità di realizzazione delle resistenze costituite dalle tradizioni", dalla necessità di non aggravare l'utenza anche sul piano economico.
20/01/1966;


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Miletto Enrico 04/09/2013
Pischedda Carlo 04/09/2013
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Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019